Abbiamo scelto di aprire questa tre giorni per il diciottesimo compleanno del Bencivenga Occupato con questo incontro perché sentiamo impellente il bisogno di confrontarci riguardo problematiche sessiste che hanno attraversato e attraversano questo spazio come altri, e perché crediamo nell’apertura di momenti di discussione e di organizzazione fuori dalle logiche del potere.

Perciò abbiamo deciso di dare un segnale: a seguito di un percorso e di un lungo confronto tra gli/le abitanti e alcunx assidui frequentatrici/tori abbiamo deciso di aprire anche verso l’esterno uno spazio di dialogo sul tema del sessismo all’interno dell’ambiente anarchico e degli spazi cosiddetti “liberati”.
Lo abbiamo fatto consapevoli della difficoltà dell’argomento, dei malesseri e dei malumori riguardo queste tematiche negli ultimi anni, della probabilità di accendere ancora una volta polemiche e contrasti.
Per non rimandare l’attacco ai pilastri patriarcali di questa società, crediamo sia necessario distruggere il velo di indifferenza che lo copre, imparando a riconoscere le dinamiche sessite all’interno dei nostri spazi e delle nostre relazioni, trovando il modo di reagire adeguatamente ad esse e costruendo complicità anche a partire dai momenti di conflitto che possano emergere.

D’altra parte non abbiamo deciso di occupare o di vivere negli spazi autogestiti per creare delle tane accoglienti e comode; lo abbiamo fatto per dotarci di strumenti sempre più affilati per dare l’assalto a questo mondo marcio.

Per evitare la banalizzazione di queste problematiche non vorremmo impostare questo incontro su basi esclusivamente tecniche, non potendo scindere il piano personale da quello politico quando ci troviamo ad affrontare questioni quali le dinamiche di potere all’interno delle relazioni sesso-affettive.

Alcuni degli argomenti che vorremmo sviluppare insieme riguardano:

L’individuazione della violenza per far questo è fondamentale possedere un bagaglio condiviso di riflessioni circa la violenza nelle relazioni, senza che questo prenda delle forme rigide poichè riconosciamo il carattere individuale dell’esperienza violenta.

-L’affrontare le conseguenze della violenza il supporto alla persona che ha subito violenza, sostenere la rete di relazioni che conseguentemente ne soffre, se è il caso aiutare l’aggressore nella sua scelta di intraprendere un percorso di presa di coscienza e consapevolezza riguardo la violenza di genere.

-Il cercare di evitare che accada di nuovo mettere in campo tutti quegli accorgimenti (come la possibilità di allontanare la persona che ha agito violenza, il sensibilizzare una collettività circa l’importanza di essere tuttx più consapevolx di cosa succede, per esempio, ad una nostra festa e sviluppare una cultura collettiva che punti alla cura dei rapporti, all’ascolto e al consenso, etc..)

Non crediamo sia possibile “risolvere” una situazione specifica generata da determinate dinamiche di sessismo: alcune ferite non guariranno mai, alcune amicizie non verranno mai ristabilite, alcuni rapporti di affinità e complicità non saranno ripristinati.

Non vogliamo nè crediamo sia possibile fornire soluzioni al problema del sessismo, se non la completa distruzione di questo sistema di dominio e della società che lo supporta.

Concepiamo questo momento di incontro non come fine a se stesso, ma come spunto per lo sviluppo di un percorso personale e collettivo volto al superamento delle nostre più profonde contraddizioni, un percorso che sappiamo non avere un traguardo finale, poiché quella della libertà è una tensione che non ha mai fine.

per approfondire l’argomento rimandiamo ai testi contenuti nella nostra biblioteca digitale